
“Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. […]
Sempre devi avere in mente Itaca
– raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
[…]”
C. Kavafis, Itaca, in Cinquantacinque poesie, Einaudi, Torino.
Ho preso a prestito qualche verso di Costantinos Kavafis perché trovo che siano perfetti come incipit di una mostra che intende essere proprio questo: un viaggio verso l’arte, verso quell’“isola” che, di volta in volta e di mostra in mostra (perché il percorso è cominciato allo Studio Dieci di Vercelli, ma prosegue ora toccando diverse città e coinvolgendo tanti altri artisti), si farà sempre più vicina e più popo- lata, fino a diventare una vera e propria “nazione”, territorio autonomo e parallelo, nel cui grembo si raccolgono idee, colori, forme e materie.
Un mondo corale, fatto di emozioni, di confidenze e di pensieri. Un universo in cui troveranno asilo i sogni e le lucide visioni di chi in quella terra ha deciso di approdare, anche solo per un poco.
“E – per disturbare ancora con Kavafis – se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare”.
Lorella Giudici per Studio Dieci
ENDinNATION
ENDinSIDE
“È mostruoso vedere come nello stesso cuore e nello stesso momento tanta sensibilità per cose da nulla, e tanta strana insensibilità per le cose importanti”.
Blaise Pascal, Pensieri
Progetto informe perché, in potenza, tutte le forme ancora possiede al suo interno. Progetto nomade e apolide, molt’anime, seppur in grado di frammen- tarsi per mostrare, di volta in volta, possibili digressioni dell’indagine pre- sente. ENDinNATION. Un’indagine a tratti silenziosa. A tratti irruente. A tratti fuori da ogni trattato. Sempre fuori dal concetto di con-fine che, se da un lato de-limita permettendo una distinzione, dall’altro lato, questa demarcazione, rappresenta a tutti gli effetti l’estremità più lontana, la fine.
ENDinSIDE. In ogni singolo individuo si celano, dunque, origine e termine del- lo stesso essere. Dentro e Fuori dialogano influenzandosi reciprocamente. Storie e geografie del Sé si mescolano nel percorso esistenziale. Guardarsi da dentro. Guardarsi da fuori. Osservare. Prenderne atto. È proprio su questa presa di coscienza che prende forma questa tappa fiorentina di ENDinNATION. Un’indagine su ciò che è intimo e identitario, in una città come Firenze che è stata culla di quella grande rivoluzione definita Rinascimento; ma per ri- nascere, per nascere ancora bisogna necessariamente morire, anche se solo simbolicamente, per riuscire a comprendere che l’inizio coincide col termine di ciò che lo ha preceduto e, di conseguenza, la fine che è in noi non può che permetterci di delineare e definire quello che siamo o che, forse, saremo.
Diego Pasqualin per Studio Dieci
Foto di Pier Girgio De Pinto