
C A N C R O
CARLA CROSIO
A cura di Diego Pasqualin
StudioDieci | no for profit | citygallery | vc
12 | 21 febbraio 2022
Ven | Sab | Dom 17:00 | 19:00
Inaugurazione sabato 12 febbraio ore 17:00
Laddove c’è dolore c’è anche un ben definito corredo di segni.
(Natoli Salvatore, L’esperienza del dolore, Feltrinelli, Milano. 1986. Pag.16)
Ci sono storie che si intrecciano come trame di antichi racconti. Luoghi, drammi, amori, condivisioni e molto altro ancora, sono solo alcuni degli aspetti che legano fra di loro i personaggi. A volte si attende il lieto fine, altre ancora è evidente dall’inizio che il percorso sarà tortuoso e il finale incerto. Così è da sempre e, da sempre, le storie vengono tramandante e vissute in quelle pagine di vita in cui, dalla cultura ellenica, ad oggi, ciascuno può ritrovare una parte di sé, nel racconto di qualcun altro. Non sempre è immediata questa possibilità, spesso bisogna aver voglia di cercarla, con un po’ di pazienza, ma sopratutto, con un po’ di coraggio. Si, coraggio! Cercare di capire e di conoscersi attraverso l’esperienza altrui richiede la volontà di mettere il proprio io un po’ più a lato, in un qualche modo, quasi decentrarsi, e aprirsi ad ulteriori punti di vista che si stratificheranno in nuove geometrie, ma sopratutto, in nuove prospettive.
Questo è l’invito che vi porgo mentre osserverete Cancro di Carla Crosio. Un’opera dal forte impatto emotivo e, allo stesso tempo, un ponte in grado di attraversare quel mare di paure che isola le persone di fronte al solo nome di questa malattia.
In qualità di direttore artistico del centro culturale Studiodieci penso sia importante e doveroso appoggiare un progetto che ha visto la sua genesi sul finire degli anni novanta, che si è sedimentato, arrugginito, fuso e si è solidificato nel cuore e nell’esperienza di vita dell’artista. Dai trucioli di ferro ai marmi pregiati; questa malattia si è impadronita, dapprima delle sue emozioni e, successivamente, del suo stesso corpo. In questo percorso Arte è stata la boa salvifica in quel mare alto e burrascoso affinché, tra quelle onde, quando la testa è piena di domande, il cuore non ha ancora abbastanza risposte, l’artista trovasse sé stessa. Quel “di più” cresciuto in lei è, successivamente diventato, un “di meno” dal quale era necessario staccarsi e Arte è stata sutura e ricostituente in un vuoto che continuerà a pretendere di esser riempito. Il tempo d’esistere si è trasformato in tempo d’attesa e Arte in bussola che, attraverso una dura disciplina, le ha permesso di tracciare traiettorie laddove il disorientamento si è mescolato all’odore di corsie che non si aprono su orizzonti, ma verso porte accostate e a sguardi introspettivi.
Da studente prima, da collega dopo, da amico silenzioso, da curatore di un progetto in divenire ho spostato, allestito e smontato più e più volte questi globuli che, negli anni, hanno cambiato forma e materiale, per adattarsi ad un sentire e un vivere che accoglie, indipendentemente e frontalmente, tutto ciò che ha portato a guardare sempre diritto davanti a sé, una delle più importanti artiste di questo tempo. Di mostra in mostra, i luoghi sono cambiati, ma Cancro è rimasto fedele all’autrice e qui, nelle sale di StudioDieci, parrebbe che il Sè abbia incontrato Sè Stesso. All’interno di questa oscura scatola magica si trova la discesa negli inferi di Dante e l’uscita dalla caverna di Platone al medesimo tempo perché, in quel nero, è presente la fuliggine di un fuoco che brucia perpetuo, una fornace all’interno del quale è il diavolo a comandare, oppure un Athanor di alchemica memoria che, grazie all’intervento di Arte, ha trasformato tutto il veleno in medicina così come, tra le mani di Crosio, la semplice materia diventa Scultura.
Tra segni di gradina e di subbia, mole a disco e carte abrasive, si intrecciano storie di lacrime e fatiche, trame di antichi racconti che legano assieme i personaggi coinvolti. Qualcuno capirà, altri si emozioneranno, altri ancora avranno paura e non varcheranno quella porta che, da cinquant’anni è aperta e gratuita per tutti gli amanti di quella Cultura Contemporanea che è libera e in divenire. Ecco che tra quei segni si trova il corredo di una vita vissuta in trincea, c’è del dolore, così come c’è amore; entrambi hanno compartecipato ad aver sciolto e coagulato avvenimenti, incontri e tutte quelle storie che accomunano l’individuo all’universalità delle emozioni.
Ancora una volta StudioDieci sceglie di non aver paura di fronte a tematiche considerate “difficili”, spesso anche scomode, ma che, dal nostro punto di vista, sono necessarie per aprire un dialogo, attraverso la bellezza e il filtro dell’arte, che aiuti a capire, che sviluppi ponti sospesi tra equilibri intimi e privati a quelli pubblici e sociali.
Cancro è rispetto.
Cancro è un’opportunità.
Cancro è una presa di posizione.
Cancro è coraggio.
Cancro è una necessità.
Cancro è un percorso.
Cancro è un NO.
Non mi è dato sapere, non necessariamente, almeno per ora, ma su quelle superfici, tra quei solchi, dentro quei segni posso aver meno paura e guardare dentro all’oscurità. Forse sarò fortunato e incontrerò un’oracolo che con i suoi enigmi potrà permettermi di uscire cambiato da questo intricato intreccio di mangrovie di emozioni in cui il mio cuore è rimasto intrappolato.
Ci sono storie che sono altre storie: ci sono le mie, le vostre, di StudioDieci, ma c’è anche quella di Cancro; del resto…anche questa…è Vita.
Diego Pasqualin | Studiodieci