
C O N | F U S I O N E sguardi altri sul Benin di oggi
un progetto fotografico di Gabriele ZAGO
a cura di Laura Tota.
02 | 23 febbraio 2019
C’è una sottile linea che ognuno attraversa ogni giorno in modo inconsapevole ed è quella tra ciò che si è e ciò che gli altri vogliono che si debba essere: spesso l’identità di ogni essere umano è definita irrimediabilmente da quanto si aspira a essere e verso cui tende ogni pensiero, comportamento e azione e quanto effettivamente viene concesso di poter diventare.
Questa tensione è tanto più vera quanto più se ne ingrandisce la dimensione d’analisi: per le comunità, i gruppi etnici e le nazioni intere, la possibilità di autodefinirsi come tali spesso dipende dalle reali possibilità di agire in direzione di uno sviluppo di una totale autonomia identitaria.
Ed è esattamente questo il cuore del progetto fotografico “Con|fusione” di Gabriele Zago che trascina l’osservatore fino in Benin, nel cuore dell’Africa Occidentale, in questa lingua di terra che sgomita per arrivare al mare.
“Con|fusione” fotografa un momento di passaggio cruciale, quello attuale, in cui la consegna del testimone “dal colonizzatore al colonizzato” comporta grandi interrogativi e domande per un popolo che ha imparato a camminare, ma che non ha ancora abbastanza consapevolezza di sé da comprendere se effettivamente sia in grado di correre da solo.
La “longa manus” del “colonizzatore bianco” diventa così supporto irrinunciabile allo sviluppo, ma allo stesso tempo freno alla definizione di una propria autonomia economico-culturale: è questo il pegno da pagare in cambio di un compromesso culturale in cui l’identità locale subisce, anche solo inconsapevolmente, i dettami e le influenze dell’occidente.
Sono molte le situazioni che Zago, esploratore con una visione assolutamente “incontaminata” di questa terra, sceglie di catturare, producendo oltre 800 scatti di cui “Con|fusione” raccoglie i più significativi.
Come lo scatto che immortala Abbé Élisée, parroco della Parrocchia di Agbon, la cui espressione tradisce l’incapacità e la paura di non riuscire a soddisfare le aspettative della comunità locale di cui è responsabile, o ancora quello di Monseigneur Antoine Sabi Bio (prete), monsignore della diocesi di Natitingou, sorridente esempio di chi sa di aver contribuito in modo sostanzioso sì alla crescita dell’autonomia della comunità locale, ma di aver anche creato una roccaforte cattolica in un luogo così remoto del Mondo.
“Con|fusione” chiede allo spettatore uno sforzo, ovvero quello di non approcciarsi alla visione del reportage fotografico con l’ausilio di una contestualizzazione e di lunghe didascalie informative come spesso succede per questo tipo di progetti, ma di ricercare gli sguardi, di provare a leggerne la fierezza a volte, lo smarrimento altre, del popolo beninese e di prendere una posizione.
Tra scene di vita quotidiana, pratiche religiose, racconti e visioni, “Con|fusione” cerca di sollecitare quel punctum di barthesiana memoria, quell’essenza che ogni fotografia stimola in ognuno di noi e che smuove ancestrali memorie o sensazioni.
Laura TOTA
studiodieci | not for profit | citygallery.vc
Piazzetta Pugliese Levi, 10 Vercelli
Inaugurazione 2 febbraio ore 17:30
Incontro “Sguardi Futuri sul Benin” 22 febbraio ore 18:30
ORARI DELLA MOSTRA ven | sab | dom h17-19