STRADE PARALLELE | dedicato a Shamsia Hassani
S h a m s i a H a s s a n i / K a b u l | S h a m s i a H a s s a n i / S t u d i o d i e c i
28 agosto | 9 settembre 2021
StudioDieci è da sempre casa di Libertà: di espressione, di pensiero, di genere e, più semplicemente, Libertà di essere.
StudioDieci è vicino al popolo afgano e, ancora una volta, apre i suoi spazi per accogliere testimonianze di problematiche sociali che, troppe volte, non sono in accordo con l’ideale di civiltà che vorremmo per il mondo.
StudioDieci è fermo sulle proprie convinzioni e, simbolicamente, crea un parallelismo tra la strada di Kabul e quella di Vercelli ospitando la riproduzione delle opere di Shamsia Hassani, promuovendo lo sforzo che questa grande e coraggiosa artista sta compiendo per trasmettere un messaggio a tutte le donne afghane e, di rimando, a tutta l’Umanità.
Apprendiamo dai “social” l’invito a diffondere la notizia della reale difficoltà in cui si trova l’artista vista la poetica del suo messaggio artistico dedicato al popolo oppresso e alle donne che vivono l’annullamento totale della propria personalità incoraggiando loro, dai muri di Kabul con i suoi lavori di street art, la consapevolezza del proprio essere, la coscienza femminile.
In una città dove la sopravvivenza quotidiana è ancora una scommessa, realizzare un’opera d’arte raggiunge una statura quasi soprannaturale, tant’è straordinaria in mezzo alla polvere, alle macerie, ai lutti e al terrore.
La strada per un ritorno alla normalità e alla civiltà passa anche attraverso l’arte, che può essere un efficace mezzo per aprire importanti dibattiti sociali o, semplicemente fornire nuovi strumenti di ragionamento. Nel complesso Afghanistan contemporaneo, c’è una società da ricostruire e da educare e l’impresa deve necessariamente coinvolgere le donne, ancora quasi completamente private dei loro diritti: sia per la tradizionale struttura patriarcale ereditata dal Medioevo, sia per le ulteriori costrizioni introdotte dai Talebani, che ormai controllano il Paese.
Sfidando i pericoli di una città in stato d’assedio e il rischio connesso al suo essere donna, Shamsia Hassani (Teheran, 1988), nata in Iran da genitori fuggiti dalla guerra civile, è la prima afghana a dedicarsi alla street art che, con i suoi graffiti, ha ingentilito il volto della capitale. I suoi non sono graffiti qualsiasi: in primo luogo, perché rompono l’approccio iconoclasta dell’arte islamica e, in secondo luogo, perché i suoi soggetti sono donne. Avvolte nel tradizionale chador, in pose leggiadre come antiche Dee Madri della civiltà sogdiana, con strumenti musicali o, semplicemente, immerse nei loro pensieri. Le sue donne destabilizzano la sensibilità patriarcale, ma soprattutto arrivano al cuore delle interessate. Prima di essere un’artista, Shamsia, è una donna, desiderosa di insegnare loro a guardarsi, a vedersi e, finalmente, riconoscersi in quanto esseri umani titolari di diritti. Il cammino è ancora lungo, ma il meccanismo ha cominciato a muoversi.
Nonostante il pericolo, Hassani persegue la sua opera di resistenza, affrontando le rinnovate minacce talebane
Aveva già raggiunto un certo livello di successo internazionale negli anni passati, nota per la sua audace promozione delle voci femminili. Aveva viaggiato per partecipare a residenze e mostre in gallerie in numerosi paesi nordamericani, europei e asiatici. È entrata nella lista dei 100 pensatori globali più importanti del 2014 di Foreign Policy ed è stata inclusa nel secondo volume di Goodnight Stories for Rebel Girls , una raccolta di ritratti di donne rivoluzionarie di tutto il mondo. È Docente di scultura all’Accademia di Belle Arti di Kabul e Cofondatrice dell’ organizzazione Berang, volta a promuovere l’arte e la cultura contemporanea in Afghanistan attraverso laboratori, incontri e mostre.
Dopo l’invasione talebana, ha fatto circolare due immagini che mostrano ragazze vestite di un blu radioso mentre trasportano immagini di speranza, mentre i combattenti oscuri e minacciosi incombono su di loro. La paura, la disperazione e la repressione violenta che le donne afghane ora affrontano non sono le uniche immagini presenti in queste opere: la forza e la voce di queste donne risuona forte, così come la loro volontà di autodeterminazione.
Nell’ultima settimana, le donne hanno in gran parte evitato gli spazi pubblici della capitale e molti artisti hanno cancellato messaggi di chat e account di social media, temendo ripercussioni violente e potenzialmente fatali da parte dei talebani .
Martedì è stata finalmente pubblicata l’ultima immagine della sua recente serie, intitolata Death to Darkness, a conferma che Hassani stava continuando a lavorare. Il suo manager ha fatto sapere alla stampa che l’artista non è disponibile per un’intervista, ma si trova in un luogo sicuro e segreto.
👉 👉 @shamsiahassani
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oggi vive nascosta in un posto segreto costretta ad aspettare che la vita le fornisca giorni sereni, migliori.
coraggio Shamsia StudioDieci è con te !!!