TAX MUNDI | Guido TASSINI

TAX MUNDI

Guido TASSINI

11 SETTEMBRE | 10 OTTOBRE 2021

Vi è un universo, quello delle confuse aspirazioni dell’anima, delle sue brame, delle sue delusioni, che un’irriducibile oscurità preserva dal pericolo d’essere annullato. Né le parole né le immagini possono circoscrivere esattamente quelle realtà indefinite e mutabili che scoraggiano ogni descrizione e figurazione

 (Callois Roger, nel cuore del fantastico, Abscondita, Milano. 2004. Pag. 165)

C’è un’intercapedine sottile che avvolge la realtà. Non mi riferisco al noto Velo di Maya di schopenhaueriana memoria, che nasconde la vera essenza della realtà delle cose; è più astratta e solo le menti più creative hanno la capacità di intrufolarcisi, nonostante sia angusta e di misure veramente ristrette. Al suo interno si celano storie e racconti, che prendono vita. Non è poi così insolito vederle tradotte in opere d’arte, perché in quell’intimo dialogo che lega l’artista al mondo circostante, c’è la necessità di quest’ultimo di potersi dire aldilà di quei confini, che l’avvento dell’Illuminismo ha saldamente tracciato, chiudendo un cerchio iniziato con il Rinascimento. Eppure, nonostante tutti questi sforzi, tutta una sottocultura lontana e silenziosa, è riuscita nel suo intento, assottigliandosi fino a diventare invisibile e a nascondersi in questi anfratti per mostrarsi, solamente, a coloro che hanno la curiosità di cercare attentamente. Nel suo celebre testo L’antirinascimento, Eugenio Battisti, ha ampiamente approfondito il perpetuare e continuo riadattamento di tutta quella “sotto cultura” che non ha voluto arrendersi e ha pensato di scivolare in quell’intercapedine, lontana dall’ufficialità di quella luce che irradia dettami troppo scanditi dal permettersi oscure extrasistole emozionali.  

TAX MUNDI di Guido TASSINI è una porta aperta su quell’interstizio. Anomala. Assurda. Affascinante. Feticista. Spirituale. Intelligente. Antropologica. Etnologica. Questa mostra scardina ogni precedente allestimento, proponendo tutta l’ultima produzione plastica del noto creativo vercellese. Varcare l’ingresso di StudioDieci sarà come entrare nella testa di TASSINI, quasi fosse la botola nascosta nel settimo piano e mezzo di un palazzo che, a sua insaputa, dava l’accesso alla mente di John Malkovich, nel film di Spike Jonze Essere John Malkovich. TAX MUNDI è il laboratorio di “un’azzeccagarbugli” contemporaneo, in grado di mescolare elementi della realtà e di trascinarli altrove, ma è più corretto dire che trascina lo spettatore altrove, verso un mondo meraviglioso, dove la poesia si fa materia, sogni ad occhi aperti o rêverie tanto cari a Gaston Bachelard. 

Ecco che i vari mondi hanno libertà di dialogare all’interno di quello scrigno magico chiamato Studiodieci il quale, da cinquant’anni, non ha mai smesso di aprire portali creativi che, di mostra in mostra, hanno sostenuto il valore apotropaico dell’Arte, in una lotta contro un “maligno” non religioso, ma culturale, ovvero: l’ignoranza. Perché l’Arte è da sempre testimone del tempo in cui è stata prodotta. Perché anche oggi, sopratutto oggi, è importante essere Liberi come l’Arte.

Con i suoi automi, Guido TASSINI, crea un ponte tra l’onirico e la realtà, più precisamente,  rende materia sognate la concretezza di oggetti desueti e, così facendo, riattualizza storie passate: per non dimenticare, per meravigliarsi ancora. 

L’automa è per molti versi il mezzo con cui l’uomo proietta se stesso fuori dei suoi limiti esistenziali, moltiplica le sue forze, compie in concreto e non solo finge o descrive il meraviglioso”.

 (Battisti E., L’antirinascimento, Nino Argano Editore, Torino. 2005. Pag. 286)

Con queste parole, Eugenio Battisti, descrive quelle “macchine” meravigliose definite “automi”: “apparati” complessi, affascinanti e inquietanti nel medesimo tempo. 

Lo stesso prosegue dicendo:

Potremmo, anzi, parafrasando un’osservazione di Gombrich, constatare che proprio nella corsa al virtuosismo, al nuovo, al meraviglioso, l’artista di apparati, da un lato, «è automaticamente sciolto dal nesso sociale del comperare e del vendere, dalla meschina realtà della vita»; dall’altro, dai vincoli del «decoro» e cioè dal classicismo. L’apparato crea – come il carnevale – una zona di licenza, dove il capriccioso, l’assurdo, l’impossibile è lecito; e dove invenzioni, ritenute indecorose nell’arte sacra o in sede monumentale, diventano legittime e generalmente accettate”.

 (Battisti E., L’antirinascimento, Nino Argano Editore, Torino. 2005. Pag. 300)

Ecco che TAX MUNDI appare una mostra di confine, non di “limite”, perché non delimita nulla, anzi, come tutti i confini, permette un dialogo tra due realtà separate; perché in quella linea sottile, in quell’interstizio, si celano la conoscenza e l’amore: per il sapere? Amore per la cultura? Per il mondo? Amore…

TAX MUNDI è un invito al viaggio, in un paese che ti rassomiglia, perché racconta anche di te e, tra tutte quelle rotelle, manovelle e marchingegni, ti auguro di trovare un passaggio, “un settimo piano mezzo” che porti alla vera realtà del tuo cuore e che quell’intercapedine si riveli.

Non c’è da preoccuparsi, io resterò all’ingresso, come un giostraio sorridente per tutta la poesia che sta per compiersi, ancora una volta, grazie a StudioDieci.

Diego Pasqualin / StudioDieci